COMUNICATO STAMPA Le seguenti associazioni, SI.NAGI.C.G.I.L., Sindacato Nazionale Giornalai d'Italia, C.I.S.L. GIORNALAI, FENAGI CONFESERCENTI, FED.AR.COM., Federazione, Artigiani, Commercianti, Rappresentanti ed Operatori Turistici,
di Messina per
protestare contro il regolamento comunale per
il rilascio delle
concessioni e per l'applicazione
del canone per l'occupazione di spazi ed
aree pubbliche approvato dal Consiglio comunale di Messina, su proposta dell' Assessore al Patrimonio Avv. Giuseppe
Cardile, con delibera consiliare 31 marzo 2001, n.
17/c. Si
tratta, infatti, di un provvedimento
approvato in violazione dello
Statuto comunale (artt.12, comma 3, e 123)
perchè non sono stati
preventivamente ascoltati i rappresentanti
degli operatori commerciali
interessati. Oltre
alla grave violazione delle norme sulla
partecipazione democratica, il
regolamento è pure illegittimo nei contenuti,
perchè, ai
fini dell'
applicazione delle disposizioni,
suddivide il territorio cittadino
in sole tre zone, ancorché sia evidente che la Città
presenta differenze
di ordine sociale, urbanistico, di
decoro urbano e di potenzialità
commerciali molto più articolate. Il nuovo regolamento, inoltre,
contiene numerose altre disposizioni
prive di giustificazione, ma che
determinano soltanto gravissimi
danni all'intera categoria dei giornalai. Si pensi,
per fare solo
qualche esempio, alla norma ( art. 9 ) che prescrive
l'obbligo di sostituire
tutta le edicole con struttura in ghisa, entro il
termine di due anni,
anche nelle zone in cui non vi è alcuna necessità estetica
da soddisfare
o nei casi in cui è stato lo stesso Comune
ad esigere recentissimamente l'installazione di
nuove edicole ( si pensi a Piazza Cairoli);
si consideri, pure, la norma
che impone l'obbligo di non superare
le misure di m 2 x m 6, del tutto inadeguate per
soddisfare le moderne
esigenze di vendita dei giornali, con tutti gli allegati
di cui sempre
più spesso sono corredati. La norma
con la quale sono state determinate le nuove tariffe è al
di fuori di qualsiasi realistica
logica di mercato e del tutto irragionevole:
una piccola edicola di 12 mq deve pagare un
canone annuo
di quasi 11 milioni,
pari al canone di affitto
per un appartamento di 100 mq in pieno centro! Se a tale importo si somma anche
quello dovuto per le tende e le esposizioni, si perviene a somme ancor
più stratosferiche. Rispetto al sistema precedente, gli
aumenti arrivano
anche a toccare la percentuale del 900%! Per
ottenere le autorizzazioni, anche per le occupazioni
più semplici,
occorre esibire documentazione estremamente complessa e costosa
( art.5); di semplificazioni procedurali, nel nuovo
regolamento, non
vi è nemmeno l' ombra; la durata
massima delle concessioni (
art. 11) è pure inferiore al periodo fiscale di
ammortamento delle strutture.
La legge (art. 63, comma 2, D.L.gs. n. 446/1997) consente di diminuire
il canone in considerazione dell' utilità
sociale dell'attività commerciale
svolta sul suolo pubblico. Per alcune categorie (ad es. i parcheggiatori)
il Comune si è avvalso di tale
opportunità; per i giornalai, no! A completare il quadro, violando la legge e le più elementari esigenze dell'intera categoria di lavoratori, è stata pure conferita efficacia retroattiva all'intero provvedimento che, approvato a marzo, è applicato sin da gennaio 2001, con non comune rigore da parte della Polizia Municipale. Gli
incontri avuti con il Sindaco, con l'
Assessore, con i dirigenti
interessati, nonchè con alcuni capigruppo
consiliari nello scorso
mese di giugno sono serviti soltanto ad ottenere la promessa che
il provvedimento sarebbe stato sospeso. Alle
parole non sono seguiti i
fatti, secondo quanto è stato reso noto dagli organi di
stampa (e
non dagli amministratori pubblici che continuano
ad ignorare la categoria)
per imprecisati motivi tecnico-giuridici che il Comune non ha
saputo ancora risolvere.
Le sottoscritte associazioni hanno, pertanto, affidato al Prof. Avv.
Antonio Saitta l 'incarico di promuovere
ricorso dinanzi al T.A.R.
di
Catania, al fine di impugnare il regolarmento così palesemente illegittimo
e incurante delle esigenze dei lavoratori
che assicurano ogni giorno, con grande sacrificio ed in condizioni di lavoro disagiate e
logoranti, un primario servizio di publico interesse qual è
la
diffusione della stampa quotidiana e periodica.
Al di là delle iniziative giudiziarie, però, resta
la gravità del comportamento
tenuto dal Sindaco, dall' Assessore al Commercio e dal
Consiglio Comunale che si sono dimostrati
ancora una volta insensibili
verso l'intera categoria
dei giornalai,
adottando un
regolamento
gravemente illegittimo, che impone tariffe impossibili da sopportare
e che,
se applicato integralmente,
costringerà tutti gli operatori
a cessare l'attività. Inoltre,
il Comune non ha ancora adottato
nessuna iniziativa per
adeguare i marciapiedi al Codice
della Strada e consentire ai giornalai
di continuare a lavorare
nel
pieno rispetto
della legge. Gli
uffici contattati per pratiche di nuove autorizzazioni o di
rinnovo, non
sono in grado di fornire indicazioni esaurienti e sicure. Pertanto,
nel prendere atto della mancanza di positivi riscontri alla disponibilità, al confronto ed al dialogo, manifestata nei mesi scorsi, le Associazioni firmatarie del presente documento proclamano lo stato di agitazione della categoria, riservandosi di adottare più incisive forme di protesta, anche eclatanti, perdurando l'insensibilità delle istituzioni fino ad oggi registrata. Messina, 25 ottobre 2001
scorsi,
le Associazioni firmatarie del presente documento proclamano lo
stato di agitazione
della categoria,
riservandosi di adottare più
delle
istituzioni fino ad oggi registrata. Messina, 25 ottobre 2001 |
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