e, p.c. All’A.N.C.I. PALERMO
" " "
Al Sig. Presidente della Regione PALERMO " " "
Al Sig. Assessore Regionale ai LL.PP. PALERMO " " "
Al Sig. Assessore Regionale al Territorio ed all’Ambiente PALERMO
" " "
Ai Sigg. Componenti il C.R.U. presso l’Assessorato Regionale al T.A.
PALERMO " " "
Al Sigg. Sindaci dei Comuni della Provincia di TRAPANI " "
"
Ai Sigg. Capigruppo Consiliari presso i Consigli Comunali della
Provincia di TRAPANI " " "
Al Sig. Presidente della Provincia di TRAPANI " " "
Ai Sigg. Capigruppo Consiliari presso il Consiglio Provinciale di
TRAPANI " " "
A tutti gli iscritti " " "
Al Consiglio Nazionale degli Architetti ROMA " " "
Alla Procura della Repubblica di TRAPANI " " "
Agli Organi di Stampa LL.SS
La presente per manifestare i personali apprezzamenti per
l’articolo, realizzato da Donatella Palumbo, pubblicato nel Giornale
da Lei diretto a pag.7 del n.31. Agli apprezzamenti aggiungiamo anche
un ringraziamento per il coraggio mostrato nell’aver denunciato una
situazione diffusa e, a nostro parere, estremamente pericolosa: non
abbiamo difficoltà ad ammettere che grazie a quell’articolo anche
noi abbiamo trovato il coraggio di esternare il nostro pensiero,
sapendolo così controcorrente rispetto al diffuso clima di euforia
determinato dai PRUSST e dai Patti Territoriali. (Ci rendiamo conto
che chi si sentirà danneggiato dalle nostre comuni posizioni di
pensiero facilmente potrà additarci come oppositore delle "più
pure e positive correnti di innovazione e progresso" che abbiano
interessato la nostra Sicilia). Al disegno perverso di alcuni (i
maggiorenti che nella nostra Sicilia hanno occupato posti strategici
negli apparati della partitocrazia) che ha decretato il fallimento
della pianificazione urbana e territoriale operata in forma
convenzionale (cioè attraverso gli strumenti urbanistici generali e
particolareggiati) è seguito quello che è sotto gli occhi di tutti:
coste deturpate, boschi in fiamme, oasi naturalistiche e parchi
archeologici aggrediti, periferie brutalmente allucinanti e centri
storici in disfacimento. Ora il disegno si tratteggia su altri fogli.
Sono fogli bianchi che si stendono sul paesaggio siciliano e coprono
tutto; qua e là si punteggia un intervento e si traccia un programma.
Al di là delle enunciazioni propagandistiche, importa poco verificare
la compatibilità tra le condizioni reali del territorio siciliano e
le programmazioni individuali. Importa poco perché la perversione del
disegno degli stessi maggiorenti d’un tempo utilizza alcuni
strumenti di persuasione occulta: i Patti Territoriali, i Programmi di
Riqualificazione Urbana, i PRUSST. La demagogia che è congenita in
quegli strumenti dichiara di confidare nella iniziativa dei privati
per la soluzione di problemi (ed ecco tornare a fagiolo il tema della
disoccupazione, del mercato ecc.) che fino a quel momento
l’amministrazione pubblica non ha "saputo" risolvere. Ad
ognuno degli strumenti della "concertazione" (neologismo
sbandierato come slogan liberista e abusato più di
"sinergie" e "attenzionare" messi insieme) viene
fornito in dotazione un panetto di droghe ed allucinogeni, da
distribuire ai "partner della concertazione" perché questi
ne facciano uso personale e ne distribuiscano ad amici e parenti tanto
da determinare un orgiastico clima di estusiasmo e febbrile attività.
Ed ecco che in un popolo storicamente pigro, litigioso,
individualista, scarsamente dotato di senso civico, economicamente
debole, (per carità, che nessuno ci venga a raccontare che non è così,
perché altrimenti dovrebbe convincerci che non esiste la Mafia) come
per incanto si sviluppano qualità perfettamente congeniali con i
dettati della "Concertazione": le vocazioni turistiche e le
partnership tra imprenditori dilagano, l’interesse per l’arte,
l’archeologia e la natura diventa connaturato, la mentalità
cooperativistica e di raccordo tra pubblico e privato permea il nuovo
siciliano. E c’è un fatto ancora più significativo: gli istituti
di credito presenti nel territorio fanno una improvvisa inversione di
rotta, da freddi operatori tecnici del risparmio e rigidi curatori dei
propri interessi (quante iniziative di riqualificazione urbana per i
siciliani di Palermo, Ortigia, della Valle dei Templi, o di Gela sono
state compiute con l’ausilio di seri incentivi creditizi posti in
essere dalle Banche? Nessuno di rilievo) , si trasformano in fraterni
consulenti e collaboratori, offrono i propri disinteressati servizi
–anzi addirittura istituiscono apposite Società ed Agenzie-, con
l’alta benedizione dei Governi regionali e nazionali. (Chissà poi
chi gestirà i capitali pubblici; magari un giorno si aprirà una sana
campagna di privatizzazioni ed allora cordate di imprenditori locali e
stranieri acquistando le azioni poste in vendita diverranno
controllori delle attività economiche avviate ed approvate nei PRUSST
e nei Patti Territoriali: cioè da se stessi. Hai visto mai che un
socio, magari di maggioranza relativa, venga scontentato in un
"tavolo di concertazione"?). Illustre Direttore, ci
permettiamo di osservare alcuni aspetti e sollevare alcuni
interrogativi, che ad oggi non hanno trovato soluzione apprezzabile,
sperando che Lei sappia rispondere o che, se il tema fosse
riconosciuto meritevole di approfondimento, ritenesse utile dibattere
nel suo Giornale, magari interrogando autorevoli personaggi ed esperti
di "concertazione": E’ stabilito da qualche parte quali
devono essere i criteri minimi di pubblicità delle iniziative di
concertazione? Quali sono i criteri per la nomina degli esperti della
concertazione e consulenti per i PRUSST e per i Patti Territoriali?
Ovvero: vi sono titoli acquisibili a seguito di studi riconosciuti o
esami pubblici per conseguire il credito di "esperto" oppure
per l’incarico le Società e le Agenzie filiate dagli istituti di
credito si affidano all’intuitu personae? (Se è così, di chi è
l’intuito?). Quali sono le forme contrattuali e deontologiche
previste al momento dell’incarico di un esperto o consulente? Che
responsabilità ha del proprio operato un consulente o esperto? Come
si calcolano gli onorari di consulenza? Quali controlli sono previsti
per assicurare la trasparenza e scongiurare i pericoli di
favoreggiamento durante le fasi di selezione dei progetti? (Di solito
si verifica che a fronte di proposte imprenditoriali per centinaia di
miliardi di investimenti e considerate le limitate risorse disponibili
solo alcune decine di miliardi di quegli investimenti sono ritenute
ammissibili e superano il vaglio per la trasmissione del Programma
agli organismi superiori: diciamo che un buon 70% dei sogni miliardari
dei soggetti proponenti svanisce a seguito di valutazioni
sostanzialmente discrezionali operate dagli esperti delle Agenzie e
delle Società che si sono proposte quali intermediari
tecnico-finanziari; per ciò sorge spontaneo l’interrogativo: quali
particolari qualità devono possedere quei pochissimi progetti
accettati rispetto al restante maggior numero di altri progetti che
viene escluso?) Cambiamo registro e passiamo ad aspetti ancora più
tecnici che presuppongono una fase temporale più avanzata di quella
attuale, cioè quella della realizzazione delle opere previste. Ad
esempio, conosciamo bene le procedure in caso di negligenza o cattiva
esecuzione da parte di un’impresa appaltatrice di un lavoro, ovvero
di fallimento: per fortuna ancora oggi la "concertazione"
non è entrata a modificare il Regolamento per l’esecuzione dei
Lavori Pubblici del 1895. Ebbene, cosa succede se un’opera
finanziata, pur parzialmente, con fondi pubblici viene realizzata
male, se è difettosa, oppure se viene realizzata in parte e rimane
incompiuta, oppure se durante l’esecuzione dei lavori avvengono
contenziosi o si sciolgono i contratti d'impresa, o infine se qualcuno
dei "partner della concertazione" recedesse dal contratto
stipulato? Che succederebbe se la destinazione d’uso dell’opera
finanziata per una certa finalità venisse modificata subito dopo la
realizzazione? Chi saranno i Progettisti, i Direttori dei Lavori, i
Tecnici Contabili, i Direttori Tecnici di Cantiere, i Collaudatori
Statici, i Collaudatori Tecnico Amministrativi, gli Ingegnere Capo dei
Lavori, ecc.? Chi li sceglierà e sulla scorta di quale criterio? Si
farà tutto "in famiglia?" L’ultimo insieme di quesiti è
stato sollevato dal suo Giornale, egregio Direttore, e coincide con
molte delle nostre perplessità. Non è che tutto questo gran
movimento sulla "concertazione" serve solo come bypass su
tutta la programmazione urbanistica convenzionale? Ci mettiamo nei
panni di un proprietario di un bel lotto di terreno, magari vicino al
mare, magari vicino alla città: quel terreno, a sentire il
progettista del Piano Regolatore o Particolareggiato, ha buona
suscettività per essere utilizzato a fini pubblici (forse per la
realizzazione di un parco pubblico ai margini della città, o per una
scuola, e così via); insomma, con tutta probabilità potrà essere
espropriato, o al massimo sarà "gravato" di una
destinazione urbanistica con indice di fabbricabilità molto ridotto,
e molto condizionato dalle norme urbanistiche (distanza dalla
battigia, ecc.). E se quel bravo proprietario trovasse (o si facesse
trovare da) un partner facoltoso, che è disposto a movimentare grandi
quantità di denaro e gli si affiancasse proponendo la realizzazione
di un Villaggio Turistico e chiedesse di essere accettato al tavolo
della concertazione e infine motivasse la deroga dagli strumenti
urbanistici (o mettesse una pesante ipoteca sulla destinazione
urbanistica del suo terreno se il Piano Regolatore fosse ancora in
fase di redazione) con la bontà della sua proposta grazie ad un
sicuro beneficioper la collettività in termini di occupazione, posti
di lavoro e indotto per tutta la città chi avrebbe da ridire nulla?
Saremmo tutti contenti. Immagino anche il proprietario. Egregio
Direttore, le abbiamo già anticipato che sarà facile che queste
nostre riflessioni, insieme con quelle riportate sul suo Giornale,
saranno oggetto di nervose reazioni e di aggressioni verbali che, con
sufficienza, vorranno minimizzare i pericoli rappresentati
sottolineando invece il disfattismo delle critiche e delle ipotesi
avanzate. Se così dovesse succedere, ci permetta di confidare sul
convincimento che abbiamo centrato un filo scoperto su cui prima o poi
qualcuno andrà a fulminarsi. Se invece non succedesse nulla vorrà
dire che le nostre e le vostre riflessioni saranno state campate in
aria, ed allora meglio così per tutti.
Con riguardo, per il Consiglio
il Presidente Arch. Vito Corte